Il silenzio di Giuseppe

Cari fratelli e sorelle!

[…] desidero quest’oggi rivolgere lo sguardo alla figura di san Giuseppe. […] San Luca presenta la Vergine Maria come “sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe” (Lc 1,27). E’ però l’evangelista Matteo a dare maggior risalto al padre putativo di Gesù, sottolineando che, per suo tramite, il Bambino risultava legalmente inserito nella discendenza davidica e realizzava così le Scritture, nelle quali il Messia era profetizzato come “figlio di Davide”. Ma il ruolo di Giuseppe non può certo ridursi a questo aspetto legale. Egli è modello dell’uomo “giusto” (Mt 1,19), che in perfetta sintonia con la sua sposa accoglie il Figlio di Dio fatto uomo e veglia sulla sua crescita umana. […] L’amato Papa Giovanni Paolo II, che era molto devoto di san Giuseppe, ci ha lasciato una mirabile meditazione a lui dedicata nell’Esortazione apostolica Redemptoris Custos, “Custode del Redentore”. Tra i molti aspetti che messi in luce, ai nn. 25 e 26 dedica particolare attenzione al silenzio di san Giuseppe.

25. Anche sul lavoro di carpentiere nella casa di Nazaret si stende lo stesso clima di silenzio, che accompagna tutto quanto si riferisce alla figura di Giuseppe. E’ un silenzio, però che svela in modo speciale il profilo interiore di questa figura. I Vangeli parlano esclusivamente di ciò che Giuseppe «fece»; tuttavia, consentono di scoprire nelle sue «azioni», avvolte dal silenzio, un clima di profonda contemplazione. Giuseppe era in quotidiano contatto col mistero «nascosto da secoli», che «prese dimora» sotto il tetto di casa sua. Questo spiega, ad esempio, perché santa Teresa di Gesù, la grande riformatrice del Carmelo contemplativo, si fece promotrice del rinnovamento del culto di san Giuseppe nella cristianità occidentale.

26. Il sacrificio totale, che Giuseppe fece di tutta la sua esistenza alle esigenze della venuta del Messia nella propria casa, trova la ragione adeguata nella «sua insondabile vita interiore, dalla quale vengono a lui ordini e conforti singolarissimi, e derivano a lui la logica e la forza, propria delle anime semplici e limpide, delle grandi decisioni, come quella di mettere subito a disposizione dei disegni divini la sua libertà, la sua legittima vocazione umana, la sua felicità coniugale, accettando della famiglia la condizione, la responsabilità ed il peso, e rinunciando per un incomparabile virgineo amore al naturale amore coniugale che la costituisce e la alimenta» («Insegnamenti di Paolo VI», VII [1969] 1268).

Il suo è un silenzio permeato di contemplazione del mistero di Dio, in atteggiamento di totale disponibilità ai voleri divini. In altre parole, il silenzio di san Giuseppe non manifesta un vuoto interiore, ma, al contrario, la pienezza di fede che egli porta nel cuore, e che guida ogni suo pensiero ed ogni sua azione. Un silenzio grazie al quale Giuseppe, all’unisono con Maria, custodisce la Parola di Dio, conosciuta attraverso le Sacre Scritture, confrontandola continuamente con gli avvenimenti della vita di Gesù; un silenzio intessuto di preghiera costante, preghiera di benedizione del Signore, di adorazione della sua santa volontà e di affidamento senza riserve alla sua provvidenza. Non si esagera se si pensa che proprio dal “padre” Giuseppe Gesù abbia appreso – sul piano umano – quella robusta interiorità che è presupposto dell’autentica giustizia, la “giustizia superiore”, che Egli un giorno insegnerà ai suoi discepoli (cfr Mt 5,20). Lasciamoci “contagiare” dal silenzio di san Giuseppe! Ne abbiamo tanto bisogno, in un mondo spesso troppo rumoroso, che non favorisce il raccoglimento e l’ascolto della voce di Dio. In questo tempo di preparazione [alla Pasqua] coltiviamo il raccoglimento interiore, per accogliere e custodire Gesù nella nostra vita.

Papa Benedetto XVI, Angelus 18 dicembre 2005

 

UNA PROPOSTA PER LA PREGHIERA

Rimani in silenzio per qualche minuto e raccogliti interiormente chiedendo a Dio la grazia del silenzio interiore. Quindi leggi lentamente il brano tratto dal Vangelo secondo Giovanni e lascia che ogni parola del Signore echeggi nel tuo cuore.

Dal vangelo secondo Matteo (1,16.18-21.24a)

Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.

Dopo una breve pausa di silenzio, con le parole della preghiera di Jean Galot, manifestiamo al Signore tutto il nostro desiderio di lui, della sua casa di pace e di amore.

TACERE

Tacere davanti a te, offrirti il mio silenzio
in omaggio d’amore.
Tacere davanti a te per poter dire l’inesprimibile
al di là delle parole.
Tacere per liberare il fondo del mio spirito,
l’essenza della mia anima
Tacere per lasciar battere il cuore più forte
nella tua intimità,
e per prendere il tempo di guardarti meglio,
più libero e più sereno.
Tacere per sognare di te, della tua presenza,
della tua grande bontà,
e per scoprirti nella tua realtà
più bello del mio sogno.
Tacere per lasciare che lo Spirito d’amore gridi in me
“Abba” al Padre,
e dirti “Signore” con la sua voce divina
dagli accenti ineffabili.
Tacere, lasciarti rivolgermi la tua parola
in tutta libertà,
sforzarmi di ascoltare il tuo linguaggio segreto
e di meditarlo.
Tacere e cercarti non più con le parole
ma con tutto il mio essere,
e trovarti veramente quale tu sei, Gesù,
nella tua divinità.

Dopo un breve momento di silenzio in cui rimanere in intimità con il Signoreconcludiamo la nostra preghiera affidandoci a San Giuseppe, padre e custode della Chiesa, con le parola di Giovanni Paolo II.

PREGHIERA CONCLUSIVA

Padre di Gesù
O san Giuseppe,
con te, attraverso te,
noi benediciamo il Signore.
Egli ti ha scelto tra tutti gli uomini
per essere il casto sposo di Maria,
colui che sta alla soglia del mistero
della sua maternità e che, dopo di lei,
accoglie questa maternità nella fede
come opera dello Spirito Santo.
Tu hai dato a Gesù una paternità legale
nella stirpe di Davide.
Tu hai continuamente vegliato
con affettuosa premura
sulla Madre e sul Bambino
per rendere sicura la loro vita
e permettere loro di compiere la loro missione.
Il Salvatore Gesù si è degnato
di sottomettersi a te come ad un padre
durante la sua infanzia e la sua adolescenza
e ricevere da te gli insegnamenti per la vita umana,
mentre tu condividevi la sua vita
nell’adorazione del suo mistero.
Tu ora dimori presso di lui.
Continua a proteggere tutta la Chiesa,
la famiglia nata dalla salvezza portata da Gesù.
Guarda alle necessità spirituali e materiali
di tutti coloro che ricorrono alla tua intercessione.
Ricordati delle famiglie
e in particolare dei poveri:
per mezzo di te essi sono sicuri
di raggiungere lo sguardo materno di Maria
e la mano di Gesù che li soccorre.
Amen.